CRITERI
E MODALITA' PER L'ACCREDITAMENTO DEI PROVIDER E LA FORMAZIONE A DISTANZA
RIPORTIAMO DI SEGUITO UN DOCUMENTO CON LE NUOVE PROPOSTE DEL MINISTERO DELLA SALUTE E LA RISPOSTA INVIATA DALLA CIMOMEDICI
SCHEMA DI DETERMINAZIONE
COMMISSIONE
NAZIONALE
PER LA
FORMAZIONE CONTINUA
LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA
Visto ill decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni ed, in particolare, gli articoli 16-bis e 16-ter recanti disposizioni in materia di formazione continua di tutti gli operatori sanitari;
Visto il decreto del Ministro della Salute 5 luglio 2000 con il quale, ai sensi dell'articolo 16-ter del richiamato decreto legislativo 502 1992 è stata costituita la Commissione nazionale per la formazione continua e sono state disciplinate le modalità di consultazione delle categorie professionali interessate in ordine alle materie di competenza della Commissione stessa;
Considerando che lo stesso articolo 16-ter prevede che la commissione definisce, con programmazione pluriennale, sentita la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provincie autonome nonchè gli Ordini e i Collegi professionali interessati, gli obiettivi formativi di interesse nazionale, con particolare riferimento alla elaborazione, diffusione e adozione delle linee guida e dei relativi percorsi diagnostici;
Considerato che, ai sensi degli articoli 3 e 4 del richiamato decreto del Ministro della salute 5 luglio 2000 sugli schemi di provvedimento concernenti gli obiettivi formativi di interesse nazionale deve essere acquisito il parere delle categorie professionali interessate, attraverso gli organismi federativi degli ordini e collegi professionali, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ed i sindacati confederati;
Ritenuto che gli obiettivi formativi di interesse nazionale devono essere definiti con specifico riferimento al Piano sanitario nazionale ed al periodo di validità dello stesso;
Considerato che il Piano sanitario nazionale per il triennio 2001/2003 non è stato ancora adottato;
Ritenuto, pertanto, di prevvedere una programmazione degli obiettivi formativi articolata in cinque anni con riserva dell'eventuale aggiornamento degli obiettivi stessi non appena sarà adottato il Piano per il triennio 2001/2003 e della revisione degli stessi in conformità al successivo Piano sanitario 2004/2006;
Ritenuta l'esigenza, in relazione alle caratteristiche dell'attuale prima fase di avvio del programma di formazione continua e dell'effettiva consistenza, a livello nazionale, dell'offerta formativa per le singole categorie sanitarie, di prevedere obiettivi formativi riferiti a settori molto vasti ed interdisciplinari anche allo scopo di consentire ai singoli organizzatori di eventi di poterli disegnare sulla base dei bisogni specifici di ogni professione assicurando una congrua offerta formativa per tutte le categorie interessate;
Ritenuto, pertanto, definire gli obiettivi in base ai seguenti criteri:
Ritenuto, altresì, di suddividere
gli obiettivi in due grandi gruppi, a seconda del prevalente interesse delle
categorie.
Sentite le categorie professionali interessate attraverso gli organismi federativi
degli ordini e collegi professionali, le organizzazioni sindacali maggiormente
rappresentative ed i sindacati confederali;
Acquisite sullo schema di provvedimento le valutazioni, le osservazioni e le proposte delle predette categorie professionali;
Sentita la Conferenza per i rapporti fra lo Stato, le regioni e provincie autonome di Trento e Bolzano nella seduta del
ASSUME LA SEGUENTE DETERMINAZIONE
1) Gli obiettivi formativi di interesse nazionale per il quinquennio 2002/2006 sono i seguenti:
GRUPPO 1 Obiettivi nei quali, ad opinione della Commissione, tutte le categorie professionali, aree e discipline, possono riconoscersi:
QUALITA' ASSISTENZIALE, RELAZIONALE E GESTIONALE NEI SERVIZI SANITARI
ETICA E DEONTOLOGIA DEGLI INTERVENTI ASSISTENZIALI E SOCIO ASSISTENZIALI CON RIFERIMENTO ALL'UMANIZZAZIONE DELLE CURE, ALLA TUTELA DEL SEGRETO PROFESSIONALE E ALLA PRIVACY
SISTEMI DI VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI PREVENTIVI DIAGNOSTICI, CLINICI E TERAPEUTICI E DI MISURAZIONE DELL'EFFICACIA
FORMAZIONE INTERDISCIPLINARE FINALIZZATA ALLO SVILUPPO DELL'INTEGRAZIONE DI ATTIVITA' ASSISTENZIALI E SOCIO-ASSISTENZIALI
PROMOZIONE DELLA QUALITA' DELLA VITA E DELLA QUALITA' E SICUREZZA DEL'AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO
MIGLIORAMENTO DEGLI STILI DI VITA PER LA SALUTE
MIGLIORAMENTO DELL'INTERAZIONE TRA SALUTE ED AMBIENTE
TUTELA DEGLI ASPETTI ASSISTENZIALI E SOCIO-ASSISTENZIALI, COMPRESI QUELLI PSICOLOGICI, DELLE FASCE DEBOLI
PROMOZIONE DI UNA COMUNICAZIONE CORRETTA ED EFFICACE
APPRENDIMENTO E MIGLIORAMENTO DELL'INGLESE SCIENTIFICO
CONSENSO INFORMATO
SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO E SUO UTILIZZO PER VALUTAZIONI EPIDEMIOLOGICHE
FORMAZIONE MULTIPROFESSIONALE PER LA COOPERAZIONE ALLA DEFINIZIONE DEL PROGETTO RIABILITATIVO APPLICATO ALLE DIVERSE AREE DELLA DISABILITA'
2) La programmazione di cui al punto 1) è soggetta a revisione in relazione agli obiettivi che saranno previsti dal Piano sanitario nazionale 2001/2003, e dal successivo Piano sanitario nazionale 2004/2006. Alla revisione si provvederà entro 60 giorni dalla pubblicazione dei predetti Piani sanitari nazionali nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.
COMMISSIONE NAZIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA
La Commissione nazionale per la formazione continua, nella seduta del 22 novembre 2001, ha assunto le seguenti determinazioni.
Inizio "fase a regime" - Per gli eventi formativi residenziali la data di inizio della fase a regime è
fissata al 1° gennaio 2002 con riferimento alle richieste di accreditamento degli eventi che si svolgeranno a partire dal 1° aprile 2002. Anche le altre attività formative, diverse dalla formazione a distanza, saranno considerate valide ai fini dell'acquisizione dei crediti solo se svolte a partire dal 1° aprile. Le attività formative iniziate prima di tale data e completate successivamente saranno prese in considerazione solo per la parte svolta dopo il 1° aprile e solo se detta parte consente una autonoma valutazione. Per la formazione a distanza si ravvisa la necessità di una ulteriore specifica fase sperimentale per cui la data di inizio della fase a regime stessa è differita a dopo la conclusione della sperimentazione.Soggetti coinvolti - A partire dal 1° gennaio 2002, il sistema ECM è applicato a tutte le categorie professionali sanitarie (dipendenti, convenzionati e libero professionisti). E' escluso dall'obbligo dell'ECM il personale sanitario che frequento, in Italia e all'estero, corsi pubblici di formazione post-base propri della categoria professionale di appartenenza (corso di specializzazione, corso di formazione specifica in medicina generale, laurea specialistica) per tutto il periodo di impegno formativo.
Procedure - L'accreditamento degli eventi formativi residenziali inizia a partire dal 1° gennaio 2002. Le richieste di accreditamento devono essere prodotte almeno 90 giorni prima della data di inizio dell'evento e non oltre 180 giorni prima di detta data.
Obiettivi formativi di interesse nazionale -
Sugli obiettivi formativi di interesse nazionale la commissione ha assunto una specifica determinazione.
Crediti formativi
Ammontare crediti - I crediti per il primo quinquiennio sono stabiliti in complessivi 150 con obbligo progressivo di crediti da 10 per il primo anno fino a 50 per il quinto anno (10 - 20- 30 - 40 - 50), con un minimo annuale di almeno il 50% del debito formativo previsto per l'anno e con un massimo annuale del doppio del debito formativo previsto per l'anno.
Fermo restando che, a partire dal 2007, anche per uniformarsi ai criteri internazionali, il numero dei crediti da acquisire da parte del singolo operatore è di 150 in tre anni, i crediti acquisibili annualmente nel programma quinquennale ECM sono così definiti:
2002: crediti 10 (per un impegno temporale di 8/10 ore di formazione residenziale: 1/2 giorni di e.c.m.);
2003: crediti 20 (per un impegno temporale di 15/24 ore di formazione residenziale: 2/3 giorni di e.c.m.);
2004: crediti 30 (per un impegno temporale di 25/35 ore di formazione residenziale: 3/4 giorni di e.c.m.)
2005: crediti 40 (per un impegno temporale di 30/45 ore di formazione residenziale: 4/6 giorni di e.c.m.)
2006: crediti 50 (per un impegno temporale di 38/62 ore di formazione residenziale: 6/8 giorni di e.c.m.)
Ripartizione dei crediti La ripartizione dei crediti fra le varie attività è stabilita come segue: almeno il 60% del debito formativo deve essere soddisfatto con attività di formazione riferite agli obiettivi nazionali e regionali; il restante 40% attraverso percorsi formativi autogestiti.
Crediti e obiettivi formativi - Gli eventi coerenti con gli obiettivi formativi di interesse nazionale e regionale, dopo il primo biennio, avranno - in sede di conversione del punteggio in crediti - una maggiorazione percentuale non inferiore all 30%.
Valutazione eventi
Per la valutazione degli eventi residenziali si confermano i criteri già stabiliti in sede di sperimentazione e pubblicati nel sito Web del Ministero della Salute. Le altre forme di attività formativa, escluse quelle di formazione a distanza sono valutate come segue:
- attività formative all'estero (stages, corsi, ecc.) - la valutazione è rimessa, almeno per il primo biennio, di volta in volta alla Commissione in modo da poter censire tutti i vari tipi di attività in relazione ai vari Paesi e stabilire criteri oggettivi al riguardo;
- congressi e conferenze all'estero - i congressi devono essere preventivamente accreditati a cura della corrispondente società scientifica o associazione professionale o ordine professionale italiano;
- l'insegnamento e la docenza nelle attività formative residenziali e attività di tutoraggio nella attività formativa a distanza di ECM consentono l'acquisizione di un numero di crediti pari a 2 crediti per ora effettiva di attività.
Contribuzione
In via provvisoria, la misura del contributo per tutti gli eventi residenziali è fissata nella misura minima stabilita dalla legge (lire 500.000).
OSSERVAZIONI CIMOMEDICI
Al Ministero della Salute
Direzione Generale delle Risorse Umane e
delle Professioni Sanitarie
Ufficio ECM
PROT.SN/365/01
In risposta alla nota DIRP/FORM/V/2589 del 23/11/u.s. si rappresenta quanto segue:
Gli obiettivi formativi del Gruppo 1 e del Gruppo 2 appaiono complessivamente condivisibili, per cui la CIMOMEDICI ne propone l'integrazione soltanto con i seguenti punti:
GRUPPO 1: aggiungere lettera q) bioetica in medicina; lettera r) organizzazione dipartimentale;
GRUPPO 2: modificare lettera g) come segue: promozione della cultura della donazione in genere e formazione interdisciplinare in materia di trapianti e trasfusione di sangue ed emocomponenti; aggiungere la seguenti: lettera u) studio delle malattie rare dal punto di vista genetico, diagnostico, terapeutico, assistenziale ed economico; lettera v) sviluppo delle tecniche terapeutiche di sostituzione d'organo (organiartificiali).
In merito alle determinazioni della Commissione nazionale per la formazione continua, inoltre, la CIMOMEDICI sottolinea che non viene precisato l'aspetto del finanziamento, per cui, ribadisce che esso deve essere a carico delle Regioni e delle Aziende Sanitarie, in modo da consentire realmente a tutti gli operatori della sanità la formazione continua che va tutelata come un vero e proprio diritto. L'ECM ed il suo finanziamento, nonchè l'istituzione del congedo ordinario finalizzato all'aggiornamento, debbono quindi rientrare tra le materie contrattuali.
La CIMOMEDICI, infine, evidenzia la necessità di prevedere l'ECM anche per le categorie professionali non sanitarie che operano nel campo socio sanitario o in equipe con le professioni sanitarie, per ottenere un'elevazione complessiva della qualità delle prestazioni erogate.
Distinti saluti.
Dott. Alberto CATALANO
(Responsabile CIMOMEDICI per l'ECM)
ECM, obiettivi 2002-2006
Ha tagliato corto la Commissione nazionale per la formazione continua: dopo l’altolà del ministero sugli argomenti da chiarire prima dell’inizio della seconda fase del programma ECM, ha in pochi giorni messo a punto gli obiettivi formativi, definito i crediti da assegnare agli eventi, messo nero su bianco criteri “agili” per la valutazione delle varie esperienze e fissato il contributo che gli organizzatori daranno agli eventi formativi.
Il tutto (inviato alla fine della scorsa settimana alle categorie professionali interessate) per evitare - come aveva ammonito lungotevere Ripa - contenziosi “su iniziativa di alcune categorie, società scientifiche o singoli soggetti interessati con il conseguente prevedibile blocco della fase a regime”, a nulla rilevando - si legge nel documento urgente e riservato.
Inviato a membri della Commissione – a tali fini il carattere ancora sostanzialmente sperimentale in ragione della dichiarata possibilità di aggiustamento successivo in base all’esperienza acquisita”.
Gli obiettivi formativi.
Manca ancora il Piano sanitario nazionale, strumento che la Commissione nazionale ECM giudica indispensabile come riferimento per gli obiettivi della formazione continua, ma bisogna far presto. E nella “determinazione” messa a punto dopo le consultazioni con le categorie professionali interessate e le Regioni, la Commissione indica chiaramente la necessità di prevedere una programmazione degli obiettivi formativi articolata in cinque anni, ma con “riserva dell’eventuale aggiornamento non appena sarà adottato il Psn per il triennio 2001/2003 e della revisione ulteriore in conformità al successivo Psn 2004/2006”. La revisione in base ai Psn avverrà entro 60 giorni dalla loro pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale”.
Gli obiettivi sono tenuti ancora a livello “vasto” e interdisciplinare, per consentire un avvio della fase a regime dell’ECM uniforme sul territorio nazionale e tra le varie categorie. I criteri per definirli, utilizzati dalla Commissione, sono stati sostanzialmente sei:
1. copertura delle esigenze formative specifiche delle diverse categorie professionali;
2. intercettazione dei bisogni sanitari ritenuti strategici;
3. approccio interdisciplinare all’assistenza;
4. prevedibile immediata ricaduta positiva per Regioni-aziende in termini di valore aggiunto;
5. potenziale intercettazione di obiettivi regionali e aziendali;
6. rapido adeguamento ai requisiti dell’Unione europea.
Due i grandi gruppi di obiettivi nazionali identificati (v. tabelle):
- il primo interdisciplinare, valido trasversalmente per tutte le categorie professionali;
- il secondo, che tiene invece presenti singole esigenze di singole categorie
E fra questi, ad esempio, compare la formazione mirata a specifici percorsi diagnostico-terapeutici , alle patologie cardiovascolari, in materia di trapianti, ma anche per lo sviluppo dell’ADI, l’innovazione tecnologica, la ricerca clinica ed epidemiologica in medicina generale e la formazione manageriale per generalisti e pediatri.
Secondo punto “caldo” indicato dal Ministero alla Commissione è quello della definizione dei crediti formativi, della loro ripartizione e del rapporto tra questi e gli obiettivi formativi.
Resta ferma la scelta dei cinque anni come tempo in cui maturare almeno 150 crediti e la cadenza di 10, 20, 30, 40 e 50 crediti per ciascuno degli anni rispettivamente a partire dal 2002, fino al 2006. (v. Il Sole-24 Ore Sanità n° 45 /2001.)
Per quanto riguarda la ripartizione dei crediti, almeno il 60% dovrà arrivare dalle attività di formazione riferite agli obiettivi nazionali e regionali, mentre il restante 40% potrà essere maturato attraverso percorsi formativi autogestiti.
Rispetto agli obiettivi, gli eventi coerenti con questi avranno, dopo il primo biennio, una maggiorazione percentuale di crediti non inferiore al 30 per cento.
La valutazione degli eventi.
In questo senso, la Commissione preferisce dare conferme. Per gli eventi residenziali i criteri sono quelli già noti e pubblicati sul sito web del ministero della Salute; la formazione a distanza resta, per il momento, accantonata; gli altri eventi seguiranno criteri già discussi con le categorie:
- stage, corsi ecc. all’estero: la valutazione è rimessa, per il primo biennio, di volta in volta alla Commissione che gestisce le varie attività nei diversi Paesi e stabilisce criteri oggettivi
- congressi e convegni all’estero: i congressi devono essere accreditati dalla corrispondente società scientifica, associazione professionale od ordine professionale italiano coinvolto.
- insegnamento e docenza: quella nelle attività formative e residenziali. e l’attività di tutoraggio nelle attività formative a distanza di ECM consentirà l’acquisizione di un numero di
crediti pari a 2 per ogni ora di attività effettiva.
Contribuzione
Il range fissato dalla Finanziaria 2001 per il versamento da parte dei soggetti pubblici e privati che intendono accreditarsi per organizzare le attività formative è compreso fra i 258,23 e 2.582,28 (500mila – 5 milioni di lire): la Commissione ha deciso in via provvisoria” che il contributo per tutti gli eventi sarà di 258,23 .
Le materie dal 2002 al 2006 |
Gruppo 1 Obiettivi nei quali, a opinione della Commissione, tutte le categorie professionali, aree e discipline, possono riconoscersi. |
Qualità assistenziale, relazionale e gestionale nei servizi sanitari |
Etica e deontologia degli interventi assistenziali e socio-assistenziali con riferimento all’umanizzazione delle cure, alla tutela del segreto professionale e alla privacy |
Sistemi di valutazione degli interventi preventivi diagnostici, clinici e terapeutici e di misurazione dell’efficacia. |
Formazione interdisciplinare finalizzata allo sviluppo dell’integrazione di attività assistenziali e socio-assistenziali |
Promozione della qualità della vita e della qualità della sicurezza dell’ambiente di vita e diu lavoro |
Miglioramento degli stili di vita per la salute |
Miglioramento dell’interazione tra salute ed ambiente |
Tutela degli aspetti assistenziali e socio-assistenziali, compresi quelli psicologici, delle fasce deboli |
Promozione di una comunicazione corretta ed efficace |
Apprendimento e miglioramento dell’inglese scientifico |
Consenso informato |
Gestione del rischio biologico |
Implementazione dell’introduzione della medicina basata sulle prove di efficacia nella pratica assistenziale |
Sistema informativo sanitario e suo utilizzo per valutazioni epidemiologiche |
Formazione multiprofessionali per la cooperazione alla definizione del progetto riabilitativo applicato alle diverse aree della disabilità |
Cultura gestionale |
Gruppo 2 Obiettivi nei quali, a opinione della Commissione, tutte le categorie professionali, aree e discipline, possono riconoscersi. |
Miglioramento delle conoscenze e delle competenze professionali per le principali cause di malattie, con particolare riferimento alle patologie cardiovascolari, neoplastiche e geriatriche |
Interventi di formazione nel campo delle emergenze-urgenze |
Formazione in campo assistenziale e per l’implementazione dell’assistenza domiciliare integrata |
Tutela della salute della donna e del bambino |
Basi molecolari e genetiche delle malattie e strategie terapeutiche correlate |
Formazione finalizzata all’utilizzo e all’implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici |
Promozione della cultura di donazione e formazione interdisciplinare in materia di trapianti d’organo |
Clinica e diagnostica delle malattie infettive emergenti e riemergenti: patologie d’importazione |
Farmacoepidemiologia, farmacoeconomia e farmacovigilanza |
Controllo delle infezioni nosocomiali |
Miglioramento dei processi di gestione delle tecnologie biomediche e dell’innovazione tecnologica |
Sicurezza degli alimenti |
Sviluppo delle attività e degli interventi di Sanità pubblica veterinaria, con particolare riferimento all’igiene degli allevamenti e delle produzioni animali |
Disturbi del comportamento alimentare e malattie metaboliche |
Implementazione della sicurezza nella produzione, distribuzione e utilizzo del sangue e degli emoderivati |
Percorsi diagnostico-terapeutici nella pratica della medicina generale |
Progettazione e utilizzo della ricerca clinica ed epidemiologica in medicina generale e pediatria di libera scelta |
Telemedicina |
Innovazione tecnologica e implementazione delle abilità e manualità nella pratica della medicina generale e della pediatria di libera scelta |
Formazione manageriale in medicina generale e pediatria di libera scelta |
Camici a scuola di tecnologia
Parte in undici atenei il primo master per la teledidattica applicata alla medicina
Marzio Bartoloni
Il corso scenderà in campo anche per preparare i formatori a distanza
Di fronte alla sfida di una Sanità sempre più hi-tech il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) mette in campo un corso sperimentale di “Teledidattica applicata alla medicina”.
Undici atenei, dall’anno accademico 2001-2002, attiveranno un master di secondo livello (ai sensi del decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509) con l’obiettivo di formare i lati-reali in Medicina nelle nuove tecnologie telematiche che nei prossimi anni cambieranno il volto della medicina tradizionale (dalla tele-medicina al tele-consulto).
A spiegare le intenzioni di questo “progetto pilota” è il protocollo d’intesa firmato nell’aprile scorso dal ministero della Sanità (ora della Salute) e dal Miur (allora Murst): “Le nuove tecnologie della comunicazione, mediante rete telematica in particolare, e l’evoluzione delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche, richiedono la disponibilità sempre più significativa di competenze connesse alla progressiva informatizzazione, al fine di migliorare e soddisfare istanze di interoperabilità e di interscambio di informazioni in campo sanitario”.
Da qui la necessità di fornire ai laureati in Medicina e chirurgia “una preparazione specifica nel campo della didattica a distanza, in tutti i settori della Medicina e della Sanità in generale”. Per questo, dei quattro semestri previsti nel corso, i primi tre saranno svolti “con didattica in presenza, l’ultimo con didattica a distanza”.
Le risorse per dare vita a questo master sperimentale sono contenute in un decreto appena firmato dal ministro Letizia Moratti (Miur).
Provvedimento che mette in campo poco più di 2 milioni di euro (4 miliardi di lire): la metà di quanto era previsto nel protocollo d’intesa Sanità-Murst di aprile scorso.
L’attuale ministero della Salute - lo scorso ottobre - ha preferito fare un passo indietro dal progetto “a causa - avverte il decreto targato Miur - della riduzione delle risorse finanziarie correlate all’approvazione della legge Finanziaria 2002”. Una decisione, questa, che non ha fatto indietreggiare il ministro Moratti perché il progetto “costituisce - avverte ancora il decreto - un importante strumento di adeguamento della didattica nella facoltà di Medicina e chirurgia”, in vista della formazione che dovrà essere garantita ai profili professionali per i quali è scattata la laurea, ma anche per tutta l’attività formativa dell’Ecm (l’educazione medica continua) che sta muovendo, ora, i primi passi.
Le Università coinvolte sono: Ancona; Catania; Catanzaro; Bari; Ferrara; Genova; Milano; Napoli; Piemonte Orientale e Pisa. Mentre la Il facoltà di Medicina e chirurgia della Sapienza di Roma - a cui sono state assegnate più risorse - svolgerà una funzione di coordinamento.
Per l’avvio del master sono previsti obiettivi formativi generali: dall’uso della tecnologia di telecomunicazione e interconnessione ai metodi di telemedicina, all’utilizzo di metodologie di teleconsulto fino alla pratica nell’uso di tecnologie già disponibili nella professione quotidiana.
Ma è prevista anche una lunga serie di obiettivi formativi “specifici”. Tra gli altri:
- creazione di modelli di pedagogia sanitaria a distanza;
- capacità di effettuare didattica in videoconferenza;
- partecipazione a forum telematici di discussione;
- studio di programmi per l’aggiornamento sanitario continuo a distanza;
- capacità di produrre pacchetti didattici non tradizionali (Cd rom. siti web, video cassette ecc.).
Gli obiettivi formativi |
Preparare lo studente a utilizzare la tecnologia di telecomunicazione e di interconnessione, nonché metodi di telemedicina nell’ambito dell’attività professionale |
Favorire l’utilizzo di metodologie di teleconsulto e “second opinion” per migliorare l’assistenza clinico-terapeutica ai propri pazienti garantendo professionalità, interdisciplinarietà e continuità di cura per i pazienti |
Porre lo studente a contatto con la ricerca tecnologica e clinica in funzione di fornire le informazioni e le nozioni di carattere tecnico e metodologico utili nella professione indicando le possibili applicazioni in settori specializzati |
Esercitare lo studente all’utilizzo di tecnologie già consolidate e pertanto disponibili nella professione quotidiana |
Le università coinvolte |
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Università di Ancona |
162.684 |
Università di Catania |
162.684 |
Università di Catanzaro |
162.684 |
Università di Bari |
162.684 |
Università di Ferrara |
162.684 |
Università di Genova |
162.684 |
Università di Milano |
162.684 |
Università di Napoli |
162.684 |
Università di Piemonte orientale |
162.684 |
Università di Pisa |
162.684 |
Università “La Sapienza” di Roma, facoltà di Medicina e chirurgia |
271.914 |
NB: Dati espressi in Euro |
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Nonostante risorse sempre più col contagocce il Cnr si difende a suon di risultati.
Tanto che il Consiglio Nazionale delle Ricerche è in grado di reggere il confronto con le analoghe organizzazioni europee e, in alcuni aspetti come il numero di pubblicazioni per ricercatore, addirittura sopravanzare enti molto più grandi e ricchi come il Cnrs francese.
È questo il senso che si evince dal “Report CNR 2001” che il presidente Lucio Bianco ha presentato, la scorsa settimana a Roma, per illustrare l’attività di ricerca svolta dall’ente lo scorso anno e valutarne la competitività.
Dai dati, ha sottolineato Bianco, si rileva come il Cnr sia “il maggiore produttore italiano di ricerca scientifica. Ma la sua disponibilità finanziaria ha ormai raggiunto la soglia minima; sotto questo livello vi sarebbe una notevole caduta di efficienza. Occorre invece un’inversione di tendenza, così come indicato dal piano triennale presentato al Governo”. Piano che, tra l’altro, è stato recentemente bocciato dal vice-ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), Guido Possa. Che in sostanza ha chiesto al presidente Bianco di riscriverlo vedendo al ribasso le richieste sulle nuove assunzioni e sulle risorse da investire.
“Attorno al Cnr c’è oggi un clima che crea incertezza che dipende da punti di vista diversi sulla ricerca pubblica e sui quali occorre confrontarsi. Ma c’è anche - ha proseguito Bianco - una scarsa informazione”. Per questo Bianco ha tenuto a precisare che i circa 7.500 dipendenti del Cnr (dei quali il 50% ricercatori) sono i maggiori produttori italiani di brevetti. Dal 1982 al 2001, il Cnr è stato l’Ente pubblico italiano che ne ha registrato la maggior parte:
97, pari al 55,4%, contro i 42 dell’Enea (24%), i 9 delle Università (5,1%) e i 7 dell’Istituto nazionale per la cura dei tumori.
Questo, ha detto Bianco, con un bilancio complessivo dell’ente che ammonta a 770 mln miliardi, di cui 540 provenienti dal Governo, 190 dal mercato (pubblico e privato) e 30 da altre entrate.
Staminali: ecco la Commissione
Si è insediata la settimana scorsa la commissione nazionale sulle Cellule staminali, istituita presso l’Istituto superiore di Sanità. La commissione dovrà coordinare la ricerca nel campo delle cellule staminali, formulare pareri e proposte sulla rete nazionale di banche di cellule staminali e sull’uso clinico-terapeutico delle cellule raccolte.
Dovrà inoltre decidere la destinazione, ai diversi progetti di ricerca, del finanziamento di 7,75 milioni stanziato dalla Finanziaria 2001. Soldi ai quali si dovrebbero aggiungere altri 21 milioni, in due anni, se sarà approvato un emendamento ad hoc al testo della Finanziaria 2002.
La commissione, presieduta da Enrico Garaci, presidente dell’Iss, è così composta:
- Alberto Albertini, direttore della cattedra di Chimica applicata alle scienze biomediche dell’ Università di Brescia;
- Roberto Colombo, direttore dell’unità di ricerca in Biologia umana e genetica dell’Università Cattolica dì Roma;
- Carlo M. Croce, direttore del Kimmel Cancer Center di Filadelfia (Usa);
- Elisabetta Dejana, direttore del laboratorio di biologia vascolare del Mario Negri di Milano;
- Michele De Luca, direttore del laboratorio di ingegneria dei tessuti dell ‘Idi di Roma;
- Robin Foà, ordinario di Ematologia dell’Università La Sapienza di Roma;
- Carlo Pafumi, ricercatore dell’Università di Catania;
- Eugenio Parati, responsabile unità per le malattie cerebrovascolari e terapie restorative e banca cellule staminali neurali umane dell’Istituto nazionale neurologico “C. Besta” di Milano;
- Cesare Peschle, direttore del laboratorio di ematologia e oncologia dell’Iss;
- Paolo Rebulla, direttore del centro trasfusionale di immunologia dei trapianti dell’Ospedale Maggiore di Milano;
- Luigi Rossi-Bernardi, ordinario presso il dipartimento di scienze e tecnologie biomediche “Lita” dell’ Università di Milano;
- Angelo Vescovi, co-direttore dello “Stem Cell Research Institute” dell’ Ospedale S. Raffaele di Milano.
L’ente regge il confronto con gli altri |
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Paese |
% Pil destinata a R&S |
Unità di personale a disposizione |
SPAGNA |
0,90 |
8.891 (Csic) |
ITALIA |
1,04 |
7.377 (Cnr) |
GRAN BRETAGNA |
1,83 |
|
FRANCIA |
2,18 |
25.032 (Cnrs) |
GERMANIA |
2,38 |
11.218 (Max Planck) |
USA |
2,65 |
|
Fonte: Dast – Dipartimento attività scientifiche e tecnologie |
Le scienze della vita il settore con più fondi
Fonte: Dast – Dipartimento attività scientifiche e tecnologiche