CRITERI E MODALITA' PER L'ACCREDITAMENTO DEI PROVIDER E LA FORMAZIONE A DISTANZA

 

RIPORTIAMO DI SEGUITO UN DOCUMENTO CON LE NUOVE PROPOSTE DEL MINISTERO DELLA SALUTE E LA RISPOSTA INVIATA DALLA CIMOMEDICI

SCHEMA DI DETERMINAZIONE

COMMISSIONE NAZIONALE
PER LA
FORMAZIONE CONTINUA

LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA

Visto ill decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni ed, in particolare, gli articoli 16-bis e 16-ter recanti disposizioni in materia di formazione continua di tutti gli operatori sanitari;

Visto il decreto del Ministro della Salute 5 luglio 2000 con il quale, ai sensi dell'articolo 16-ter del richiamato decreto legislativo 502 1992 è stata costituita la Commissione nazionale per la formazione continua e sono state disciplinate le modalità di consultazione delle categorie professionali interessate in ordine alle materie di competenza della Commissione stessa;

Considerando che lo stesso articolo 16-ter prevede che la commissione definisce, con programmazione pluriennale, sentita la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provincie autonome nonchè gli Ordini e i Collegi professionali interessati, gli obiettivi formativi di interesse nazionale, con particolare riferimento alla elaborazione, diffusione e adozione delle linee guida e dei relativi percorsi diagnostici;

Considerato che, ai sensi degli articoli 3 e 4 del richiamato decreto del Ministro della salute 5 luglio 2000 sugli schemi di provvedimento concernenti gli obiettivi formativi di interesse nazionale deve essere acquisito il parere delle categorie professionali interessate, attraverso gli organismi federativi degli ordini e collegi professionali, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ed i sindacati confederati;

Ritenuto che gli obiettivi formativi di interesse nazionale devono essere definiti con specifico riferimento al Piano sanitario nazionale ed al periodo di validità dello stesso;

Considerato che il Piano sanitario nazionale per il triennio 2001/2003 non è stato ancora adottato;

Ritenuto, pertanto, di prevvedere una programmazione degli obiettivi formativi articolata in cinque anni con riserva dell'eventuale aggiornamento degli obiettivi stessi non appena sarà adottato il Piano per il triennio 2001/2003 e della revisione degli stessi in conformità al successivo Piano sanitario 2004/2006;

Ritenuta l'esigenza, in relazione alle caratteristiche dell'attuale prima fase di avvio del programma di formazione continua e dell'effettiva consistenza, a livello nazionale, dell'offerta formativa per le singole categorie sanitarie, di prevedere obiettivi formativi riferiti a settori molto vasti ed interdisciplinari anche allo scopo di consentire ai singoli organizzatori di eventi di poterli disegnare sulla base dei bisogni specifici di ogni professione assicurando una congrua offerta formativa per tutte le categorie interessate;

Ritenuto, pertanto, definire gli obiettivi in base ai seguenti criteri:

Ritenuto, altresì, di suddividere gli obiettivi in due grandi gruppi, a seconda del prevalente interesse delle categorie.
Sentite le categorie professionali interessate attraverso gli organismi federativi degli ordini e collegi professionali, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ed i sindacati confederali;

Acquisite sullo schema di provvedimento le valutazioni, le osservazioni e le proposte delle predette categorie professionali;

Sentita la Conferenza per i rapporti fra lo Stato, le regioni e provincie autonome di Trento e Bolzano nella seduta del

ASSUME LA SEGUENTE DETERMINAZIONE

1) Gli obiettivi formativi di interesse nazionale per il quinquennio 2002/2006 sono i seguenti:

  1. QUALITA' ASSISTENZIALE, RELAZIONALE E GESTIONALE NEI SERVIZI SANITARI

  2. ETICA E DEONTOLOGIA DEGLI INTERVENTI ASSISTENZIALI E SOCIO ASSISTENZIALI CON RIFERIMENTO ALL'UMANIZZAZIONE DELLE CURE, ALLA TUTELA DEL SEGRETO PROFESSIONALE E ALLA PRIVACY

  3. SISTEMI DI VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI PREVENTIVI DIAGNOSTICI, CLINICI E TERAPEUTICI E DI MISURAZIONE DELL'EFFICACIA

  4. FORMAZIONE INTERDISCIPLINARE FINALIZZATA ALLO SVILUPPO DELL'INTEGRAZIONE DI ATTIVITA' ASSISTENZIALI E SOCIO-ASSISTENZIALI

  5. PROMOZIONE DELLA QUALITA' DELLA VITA E DELLA QUALITA' E SICUREZZA DEL'AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO

  6. MIGLIORAMENTO DEGLI STILI DI VITA PER LA SALUTE

  7. MIGLIORAMENTO DELL'INTERAZIONE TRA SALUTE ED AMBIENTE

  8. TUTELA DEGLI ASPETTI ASSISTENZIALI E SOCIO-ASSISTENZIALI, COMPRESI QUELLI PSICOLOGICI, DELLE FASCE DEBOLI

  9. PROMOZIONE DI UNA COMUNICAZIONE CORRETTA ED EFFICACE

  10. APPRENDIMENTO E MIGLIORAMENTO DELL'INGLESE SCIENTIFICO

  11. CONSENSO INFORMATO

  12. GESTIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
  13. IMPLEMENTAZIONE DELL'INTRODUZIONE DELLA MEDICINA BASATA SULLE PROVE DI EFFICACIA NELLA PRATICA ASSISTENZIALE
  14. SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO E SUO UTILIZZO PER VALUTAZIONI EPIDEMIOLOGICHE

  15. FORMAZIONE MULTIPROFESSIONALE PER LA COOPERAZIONE ALLA DEFINIZIONE DEL PROGETTO RIABILITATIVO APPLICATO ALLE DIVERSE AREE DELLA DISABILITA'

  16. CULTURA GESTIONALE
  1. MIGLIORAMENTO DELLE CONOSCENZE E DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI PER LE PRINCIPALI CAUSE DI MALATTIA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI, NEOPLASTICHE E GERIATRICHE
  2. INTERVENTI DI FORMAZIONE NEL CAMPO DELLE EMERGENZE-URGENZE
  3. FORMAZIONE IN CAMPO SOCIO-ASSISTENZIALE E PER L'IMPLEMENTAZIONE DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
  4. TUTELA DELLA SALUTE DELLA DONNA E DEL BAMBINO
  5. BASI MOLECOLARI E GENETICHE DELLE MALATTIE E STRATEGIE TERAPEUTICHE CORRELATE
  6. FORMAZIONE FINALIZZATA ALL'UTILIZZO ED ALL'IMPLEMENTAZIONE DELLE LINEE GUIDA E DEI PERCORSI DIAGNOSTICO-TERAPEUTICI
  7. PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA DONAZIONE E FORMAZIONE INTERDISCIPLINARE IN MATERIA DI TRAPIANTI D'ORGANO
  8. CLINICA E DIGNOSTICA DELLE MALATTIE INFETTIVE EMERGENTI E RIEMERGENTI: PATOLOGIE D'IMPORTAZIONE
  9. FARMACOEPIDEMIOLOGIA, FARMACOECONOMIA E FARMACOVIGILANZA
  10. CONTROLLO DELLE INFEZIONI NOSOCOMIALI
  11. MIGLIORAMENTO DEI PROCESSI DI GESTIONE DELLE TECNOLOGIE BIOMEDICHE E DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICHE
  12. SICUREZZA DEGLI ALIMENTI
  13. SVILUPPO DELLE ATTIVITA' E DEGLI INTERVENTI DI SANITA' PUBBLICA VETERINARIA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI E DELLE PRODUZIONI ANIMALI
  14. DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE E MALATTIE METABOLICHE
  15. IMPLEMENTAZIONE DELLA SICUREZZA NELLA PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE ED UTILIZZO DEL SANGUE E DEGLI EMODERIVATI
  16. PERCORSI DIAGNOSTICO-TERAPEUTICI NELLA PRATICA DELLA MEDICINA GENERALE
  17. PROGETTAZIONE ED UTILIZZO DELLA RICERCA CLINICA ED EPIDEMIOLOGICA IN MEDICINA GENERALE E PEDIATRIA DI LIBERA SCELTA
  18. TELEMEDICINA
  19. INNOVAZIONE TECNOLOGICA E IMPLEMENTAZIONE DELLE ABILITA' E MANUALITA' NELLA PRATICA DELLA MEDICINA GENERALE E DELLA PEDIATRIA DI LIBERA SCELTA
  20. FORMAZIONE MANAGERIALE IN MEDICINA IN MEDICINA GENERALE E PEDIATRIA DI LIBERA SCELTA

2) La programmazione di cui al punto 1) è soggetta a revisione in relazione agli obiettivi che saranno previsti dal Piano sanitario nazionale 2001/2003, e dal successivo Piano sanitario nazionale 2004/2006. Alla revisione si provvederà entro 60 giorni dalla pubblicazione dei predetti Piani sanitari nazionali nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.

COMMISSIONE NAZIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA

La Commissione nazionale per la formazione continua, nella seduta del 22 novembre 2001, ha assunto le seguenti determinazioni.

Inizio "fase a regime" - Per gli eventi formativi residenziali la data di inizio della fase a regime è
fissata al 1° gennaio 2002 con riferimento alle richieste di accreditamento degli eventi che si svolgeranno a partire dal 1° aprile 2002. Anche le altre attività formative, diverse dalla formazione a distanza, saranno considerate valide ai fini dell'acquisizione dei crediti solo se svolte a partire dal 1° aprile. Le attività formative iniziate prima di tale data e completate successivamente saranno prese in considerazione solo per la parte svolta dopo il 1° aprile e solo se detta parte consente una autonoma valutazione. Per la formazione a distanza si ravvisa la necessità di una ulteriore specifica fase sperimentale per cui la data di inizio della fase a regime stessa è differita a dopo la conclusione della sperimentazione.

Soggetti coinvolti - A partire dal 1° gennaio 2002, il sistema ECM è applicato a tutte le categorie professionali sanitarie (dipendenti, convenzionati e libero professionisti). E' escluso dall'obbligo dell'ECM il personale sanitario che frequento, in Italia e all'estero, corsi pubblici di formazione post-base propri della categoria professionale di appartenenza (corso di specializzazione, corso di formazione specifica in medicina generale, laurea specialistica) per tutto il periodo di impegno formativo.

Procedure - L'accreditamento degli eventi formativi residenziali inizia a partire dal 1° gennaio 2002. Le richieste di accreditamento devono essere prodotte almeno 90 giorni prima della data di inizio dell'evento e non oltre 180 giorni prima di detta data.

Obiettivi formativi di interesse nazionale -

Sugli obiettivi formativi di interesse nazionale la commissione ha assunto una specifica determinazione.

Crediti formativi

Ammontare crediti - I crediti per il primo quinquiennio sono stabiliti in complessivi 150 con obbligo progressivo di crediti da 10 per il primo anno fino a 50 per il quinto anno (10 - 20- 30 - 40 - 50), con un minimo annuale di almeno il 50% del debito formativo previsto per l'anno e con un massimo annuale del doppio del debito formativo previsto per l'anno.

Fermo restando che, a partire dal 2007, anche per uniformarsi ai criteri internazionali, il numero dei crediti da acquisire da parte del singolo operatore è di 150 in tre anni, i crediti acquisibili annualmente nel programma quinquennale ECM sono così definiti:

2002: crediti 10 (per un impegno temporale di 8/10 ore di formazione residenziale: 1/2 giorni di e.c.m.);
2003: crediti 20 (per un impegno temporale di 15/24 ore di formazione residenziale: 2/3 giorni di e.c.m.);
2004: crediti 30 (per un impegno temporale di 25/35 ore di formazione residenziale: 3/4 giorni di e.c.m.)
2005: crediti 40 (per un impegno temporale di 30/45 ore di formazione residenziale: 4/6 giorni di e.c.m.)
2006: crediti 50 (per un impegno temporale di 38/62 ore di formazione residenziale: 6/8 giorni di e.c.m.)

Ripartizione dei crediti La ripartizione dei crediti fra le varie attività è stabilita come segue: almeno il 60% del debito formativo deve essere soddisfatto con attività di formazione riferite agli obiettivi nazionali e regionali; il restante 40% attraverso percorsi formativi autogestiti.

Crediti e obiettivi formativi - Gli eventi coerenti con gli obiettivi formativi di interesse nazionale e regionale, dopo il primo biennio, avranno - in sede di conversione del punteggio in crediti - una maggiorazione percentuale non inferiore all 30%.

Valutazione eventi

Per la valutazione degli eventi residenziali si confermano i criteri già stabiliti in sede di sperimentazione e pubblicati nel sito Web del Ministero della Salute. Le altre forme di attività formativa, escluse quelle di formazione a distanza sono valutate come segue:

Contribuzione

In via provvisoria, la misura del contributo per tutti gli eventi residenziali è fissata nella misura minima stabilita dalla legge (lire 500.000).

OSSERVAZIONI CIMOMEDICI

Al Ministero della Salute
Direzione Generale delle Risorse Umane e
delle Professioni Sanitarie
Ufficio ECM

PROT.SN/365/01

In risposta alla nota DIRP/FORM/V/2589 del 23/11/u.s. si rappresenta quanto segue:

Gli obiettivi formativi del Gruppo 1 e del Gruppo 2 appaiono complessivamente condivisibili, per cui la CIMOMEDICI ne propone l'integrazione soltanto con i seguenti punti:

GRUPPO 1: aggiungere lettera q) bioetica in medicina; lettera r) organizzazione dipartimentale;

GRUPPO 2: modificare lettera g) come segue: promozione della cultura della donazione in genere e formazione interdisciplinare in materia di trapianti e trasfusione di sangue ed emocomponenti; aggiungere la seguenti: lettera u) studio delle malattie rare dal punto di vista genetico, diagnostico, terapeutico, assistenziale ed economico; lettera v) sviluppo delle tecniche terapeutiche di sostituzione d'organo (organiartificiali).

In merito alle determinazioni della Commissione nazionale per la formazione continua, inoltre, la CIMOMEDICI sottolinea che non viene precisato l'aspetto del finanziamento, per cui, ribadisce che esso deve essere a carico delle Regioni e delle Aziende Sanitarie, in modo da consentire realmente a tutti gli operatori della sanità la formazione continua che va tutelata come un vero e proprio diritto. L'ECM ed il suo finanziamento, nonchè l'istituzione del congedo ordinario finalizzato all'aggiornamento, debbono quindi rientrare tra le materie contrattuali.

La CIMOMEDICI, infine, evidenzia la necessità di prevedere l'ECM anche per le categorie professionali non sanitarie che operano nel campo socio sanitario o in equipe con le professioni sanitarie, per ottenere un'elevazione complessiva della qualità delle prestazioni erogate.

Distinti saluti.

Dott. Alberto CATALANO
(Responsabile CIMOMEDICI per l'ECM)

ECM, obiettivi 2002-2006

Ha tagliato corto la Commissione naziona­le per la formazione continua: dopo l’altolà del mi­nistero sugli argomenti da chia­rire prima dell’inizio della se­conda fase del programma ECM, ha in pochi giorni messo a punto gli obiettivi formativi, definito i crediti da assegnare agli eventi, messo nero su bian­co criteri “agili” per la valuta­zione delle varie esperienze e fissato il contributo che gli or­ganizzatori daranno agli eventi formativi.

Il tutto (inviato alla fine del­la scorsa settimana alle categorie professionali interessate) per evitare - come aveva am­monito lungotevere Ripa - con­tenziosi “su iniziativa di alcu­ne categorie, società scientifiche o singoli soggetti interessa­ti con il conseguente prevedibi­le blocco della fase a regi­me”, a nulla rilevando - si leg­ge nel documento urgente e riservato.

Inviato a membri della Commissione – a tali fini il carattere ancora sostanzialmente  sperimentale in ragione della dichiarata  possibilità di aggiustamento successivo  in base all’esperienza acquisita”.

Gli obiettivi formativi.

Manca ancora il Piano sanita­rio nazionale, strumento che la Commissione nazionale ECM giudica indispensabile come riferimento per gli obiettivi della formazione continua, ma biso­gna far presto. E nella “determinazione” messa a pun­to dopo le consultazioni con le categorie professionali interes­sate e le Regioni, la Commis­sione indica chiaramente la ne­cessità di prevedere una pro­grammazione degli obiettivi formativi articolata in cinque anni, ma con “riserva del­l’eventuale aggiornamento non appena sarà adottato il Psn per il triennio 2001/2003 e del­la revisione ulteriore in confor­mità al successivo Psn 2004/2006”. La revisione in base ai Psn avverrà entro 60 giorni dalla loro pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale”.

Gli obiettivi sono tenuti an­cora a livello “vasto” e interdi­sciplinare, per consentire un av­vio della fase a regime del­l’ECM uniforme sul territorio nazionale e tra le varie catego­rie. I criteri per definirli, utiliz­zati dalla Commissione, sono stati sostanzialmente sei:

1.      coper­tura delle esigenze formative specifiche delle diverse catego­rie professionali;

2.      intercettazio­ne dei bisogni sanitari ritenuti strategici;

3.      approccio interdisci­plinare all’assistenza;

4.      prevedi­bile immediata ricaduta positi­va per Regioni-aziende in ter­mini di valore aggiunto;

5.      poten­ziale intercettazione di obiettivi regionali e aziendali;

6.      rapido adeguamento ai requisiti del­l’Unione europea.

Due i gran­di gruppi di obiettivi nazio­nali identifica­ti (v. tabelle):

-          il primo inter­disciplinare, valido trasver­salmente per tutte le categorie professionali;

-          il secondo, che tiene invece presenti singole esigenze di singole categorie

E fra questi, ad esempio, compare la formazione mirata a specifici percorsi diagnostico-terapeutici , alle patologie cardiovascolari, in materia di trapianti, ma anche per lo sviluppo dell’ADI, l’innovazione  tecnologica, la ricerca clinica  ed epidemiologica in medicina generale e la formazione manageriale per generalisti e pediatri.

I criteri formativi

Secondo punto “caldo” indicato dal Ministero alla Commissione è quello della definizione dei crediti formativi, della loro ripartizione e del rapporto tra questi e gli obiettivi formativi.

Resta ferma la scelta dei cinque anni come tempo in cui maturare almeno 150 crediti e la cadenza di 10, 20, 30, 40 e 50 crediti per ciascuno degli anni rispettivamente a partire dal 2002, fino al 2006. (v. Il Sole-24 Ore Sanità n° 45 /2001.)

Per quanto riguarda la ripartizione dei crediti, almeno il 60% dovrà arrivare dalle attività di formazio­ne riferite agli obiettivi naziona­li e regionali, mentre il restante 40% potrà essere maturato at­traverso percorsi formativi au­togestiti.

Rispetto agli obiettivi, gli eventi coerenti con questi avranno, dopo il primo bien­nio, una maggiorazione percen­tuale di crediti non inferiore al 30 per cento.

La valutazione degli even­ti.

In questo senso, la Commis­sione preferisce dare confer­me. Per gli eventi residenziali i criteri sono quelli già noti e pubblicati sul sito web del mini­stero della Salute; la formazio­ne a distanza resta, per il mo­mento, accantonata; gli altri eventi segui­ranno criteri già discussi con le catego­rie:

- stage, cor­si ecc. all’este­ro: la valuta­zione è rimes­sa, per il primo biennio, di vol­ta in volta alla Commissione che gestisce le varie attività  nei diversi Paesi e stabilisce criteri oggettivi

- congressi e convegni all’estero: i congressi devono essere accreditati dalla corrisponden­te società scientifica, associazione professionale od ordine professionale italiano coinvolto.­ 

- insegnamento e docenza: quella nelle attività formative e residenziali. e l’attività di tuto­raggio nelle attività formative a distanza di ECM consentirà l’acquisizione di un numero di

crediti pari a 2 per ogni ora di attività effettiva.

Contribuzione

Il range fissato dalla Finanziaria 2001 per il versamento da parte dei soggetti pubblici e privati che intendono accreditarsi per organizzare le attività formative è compreso fra i 258,23 e 2.582,28 € (500mila – 5 milioni di lire): la Commissione ha deciso in via provvisoria” che il contributo per tutti gli eventi sarà di 258,23 €.

Le materie dal 2002 al 2006

Gruppo 1

Obiettivi nei quali, a opinione della Commissione, tutte le categorie professionali, aree e discipline, possono riconoscersi.

Qualità assistenziale, relazionale e gestionale nei servizi sanitari

Etica e deontologia degli interventi assistenziali e socio-assistenziali con riferimento all’umanizzazione delle cure, alla tutela del segreto professionale e alla privacy

Sistemi di valutazione degli interventi preventivi diagnostici, clinici e terapeutici e di misurazione dell’efficacia.

Formazione interdisciplinare finalizzata allo sviluppo dell’integrazione di attività assistenziali  e socio-assistenziali

Promozione della qualità della vita e della qualità della sicurezza dell’ambiente di vita e diu lavoro

Miglioramento degli stili di vita per la salute

Miglioramento dell’interazione tra salute ed ambiente

Tutela degli aspetti assistenziali  e socio-assistenziali, compresi quelli psicologici, delle fasce deboli

Promozione di una comunicazione corretta ed efficace

Apprendimento e miglioramento dell’inglese scientifico

Consenso informato

Gestione del rischio biologico

Implementazione dell’introduzione della medicina basata sulle prove di efficacia nella pratica assistenziale

Sistema informativo sanitario e suo utilizzo per valutazioni epidemiologiche

Formazione multiprofessionali per la cooperazione alla  definizione del progetto riabilitativo applicato alle diverse aree della disabilità

Cultura gestionale

Gruppo 2

Obiettivi nei quali, a opinione della Commissione, tutte le categorie professionali, aree e discipline, possono riconoscersi.

Miglioramento delle conoscenze e delle competenze professionali per le principali cause di malattie, con particolare riferimento alle patologie cardiovascolari, neoplastiche e geriatriche

Interventi di formazione nel campo delle emergenze-urgenze

Formazione in campo assistenziale e per l’implementazione dell’assistenza domiciliare integrata

Tutela della salute della donna e del bambino

Basi molecolari e genetiche delle malattie e strategie terapeutiche correlate

Formazione finalizzata all’utilizzo e all’implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici

Promozione della cultura di donazione e formazione interdisciplinare in materia di trapianti d’organo

Clinica e diagnostica delle malattie infettive emergenti e riemergenti: patologie d’importazione

Farmacoepidemiologia, farmacoeconomia  e farmacovigilanza

Controllo delle infezioni nosocomiali

Miglioramento dei processi di gestione delle tecnologie biomediche e dell’innovazione tecnologica

Sicurezza degli alimenti

Sviluppo delle attività e degli interventi di Sanità pubblica veterinaria, con particolare riferimento all’igiene degli allevamenti e delle produzioni animali

Disturbi del comportamento alimentare e malattie metaboliche

Implementazione della sicurezza nella produzione,  distribuzione e utilizzo del sangue e degli emoderivati

Percorsi diagnostico-terapeutici nella pratica della medicina generale

Progettazione  e utilizzo della ricerca clinica ed epidemiologica  in medicina generale e pediatria di libera scelta

Telemedicina

Innovazione tecnologica e implementazione delle abilità e manualità nella pratica della medicina generale e della pediatria di libera scelta

Formazione manageriale in medicina generale e pediatria di libera scelta


Camici a scuola di tecnologia

Parte in undici atenei il primo master per la teledidattica applicata alla medicina

Marzio Bartoloni

Il corso scenderà in campo anche per preparare i formatori a distanza

Di fronte alla sfida di una Sanità sempre più hi-tech il mini­stero dell’Istruzione, del­l’Università e della Ricerca (Miur) mette in campo un corso sperimentale di “Te­ledidattica applicata alla medicina”.

Undici atenei, dall’anno accademico 2001-2002, at­tiveranno un master di se­condo livello (ai sensi del decreto ministeriale 3 no­vembre 1999, n. 509) con l’obiettivo di formare i lati-reali in Medicina nelle nuo­ve tecnologie telematiche che nei prossimi anni cam­bieranno il volto della medicina tradizionale (dalla tele-medicina al tele-consulto).

A spiegare le intenzioni di questo “progetto pilota” è il protocollo d’intesa firmato nell’aprile scorso dal ministero della Sanità (ora della Salute) e dal Miur (allora Murst): “Le nuove tecnologie della comunicazione, mediante rete telematica in particolare, e l’evoluzione delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche, richiedono la disponibilità sempre più significativa di competenze connesse alla progressiva informatizza­zione, al fine di migliorare e soddisfare istanze di inte­roperabilità e di interscam­bio di informazioni in cam­po sanitario”.

Da qui la ne­cessità di fornire ai laureati  in Medicina e chirurgia “una preparazione specifica nel campo della didattica a distanza, in tutti i setto­ri della Medicina e della Sanità in generale”. Per questo, dei quattro semestri previsti nel corso, i primi tre saranno svolti “con didattica in presenza, l’ulti­mo con didattica a distan­za”.

Le risorse per dare vita a questo master sperimentale sono contenute in un decre­to appena firmato dal mini­stro Letizia Moratti (Miur).

Provvedimento che mette in campo poco più di 2 mi­lioni di euro (4 miliardi di lire): la metà di quanto era previsto nel protocollo d’in­tesa Sanità-Murst di aprile scorso.

L’attuale ministero della Salute - lo scorso otto­bre - ha preferito fare un passo indietro dal progetto “a causa - avverte il decre­to targato Miur - della ridu­zione delle risorse finanzia­rie correlate all’approvazio­ne della legge Finanziaria 2002”. Una decisione, que­sta, che non ha fatto indie­treggiare il ministro Morat­ti perché il progetto “costi­tuisce - avverte ancora il decreto - un importante strumento di adeguamento della didattica nella facoltà di Medicina e chirurgia”, in vista della formazione che dovrà essere garantita ai profili professionali per i quali è scattata la laurea, ma anche per tutta l’attività formativa dell’Ecm (l’edu­cazione medica continua) che sta muovendo, ora, i primi passi.

Le Università coinvolte sono: Ancona; Catania; Ca­tanzaro; Bari; Ferrara; Ge­nova; Milano; Napoli; Pie­monte Orientale e Pisa. Mentre la Il facoltà di Me­dicina e chirurgia della Sa­pienza di Roma - a cui sono state assegnate più risor­se - svolgerà una funzione di coordinamento.

Per l’avvio del master so­no previsti obiettivi formativi generali: dall’uso della tecnologia di telecomunica­zione e interconnessione ai metodi di telemedicina, al­l’utilizzo di metodologie di teleconsulto fino alla prati­ca nell’uso di tecnologie già disponibili nella profes­sione quotidiana.

Ma è pre­vista anche una lunga serie di obiettivi formativi “specifici”. Tra gli altri:

-          creazione di modelli di pe­dagogia sanitaria a distan­za;

-          capacità di effettuare didattica in videoconferenza;

-          partecipazione a forum tele­matici di discussione;

-          stu­dio di programmi per l’ag­giornamento sanitario conti­nuo a distanza;

-          capacità di produrre pacchetti didattici non tradizionali (Cd rom. siti web, video cassette ecc.).


 

Gli obiettivi formativi

Preparare lo studente a utilizzare la tecnologia di telecomunicazione e di interconnessione, nonché metodi di telemedicina nell’ambito dell’attività professionale

Favorire l’utilizzo  di metodologie di teleconsulto e “second opinion” per migliorare l’assistenza clinico-terapeutica ai propri pazienti garantendo professionalità, interdisciplinarietà e continuità di cura per i pazienti

Porre lo studente a contatto con la ricerca tecnologica e clinica in funzione di fornire le informazioni  e le nozioni di carattere tecnico e metodologico utili nella professione indicando le possibili applicazioni in settori specializzati

Esercitare lo studente all’utilizzo di tecnologie già consolidate e pertanto disponibili nella professione quotidiana

 

Le università coinvolte

Università di Ancona

162.684

Università di Catania

162.684

Università di Catanzaro

162.684

Università di Bari

162.684

Università di Ferrara

162.684

Università di Genova

162.684

Università di Milano

162.684

Università di Napoli

162.684

Università di Piemonte orientale

162.684

Università di Pisa

162.684

Università “La Sapienza” di Roma, facoltà di Medicina e chirurgia

271.914

 

NB: Dati espressi in Euro

 

 

CNR: POCHI SOLDI, MA I RISULTATI CI SONO

Nonostante risorse sempre più col contagocce il Cnr si difende a suon di risultati.

Tanto che il Consiglio Nazionale delle Ricerche è in grado di reggere il confronto con le analoghe organizzazioni europee e, in alcuni aspetti come il  numero di pubblicazioni per ricercatore, addirittura sopravanzare enti molto più grandi e ricchi co­me il Cnrs francese.

È questo il senso che si evince dal “Report CNR 2001” che il presidente Lucio Bianco ha pre­sentato, la scorsa settimana a Ro­ma, per illustrare l’attività di ricer­ca svolta dall’ente lo scorso anno e valutarne la competitività.

Dai dati, ha sottolineato Bian­co, si rileva come il Cnr sia “il maggiore produttore italiano di ri­cerca scientifica. Ma la sua dispo­nibilità finanziaria ha ormai rag­giunto la soglia minima; sotto que­sto livello vi sarebbe una notevole caduta di efficienza. Occorre inve­ce un’inversione di tendenza, così come indicato dal piano triennale presentato al Governo”. Piano che, tra l’altro, è stato recentemen­te bocciato dal vice-ministro del­l’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), Guido Possa. Che in so­stanza ha chiesto al presidente Bianco di riscriverlo vedendo al ribasso le richieste sulle nuove assunzioni e sulle risorse da inve­stire.

“Attorno al Cnr c’è oggi un clima che crea incertezza che di­pende da punti di vista diversi sulla ricerca pubblica e sui quali occorre confrontarsi. Ma c’è an­che - ha proseguito Bianco - una scarsa informazione”. Per questo Bianco ha tenuto a precisare che i circa 7.500 dipendenti del Cnr (dei quali il 50% ricercatori) sono i maggiori produttori italiani di brevetti. Dal 1982 al 2001, il Cnr è stato l’Ente pubblico italiano che ne ha registrato la maggior parte:

97, pari al 55,4%, contro i 42 dell’Enea (24%), i 9 delle Univer­sità (5,1%) e i 7 dell’Istituto nazio­nale per la cura dei tumori.

Questo, ha detto Bianco, con un bilancio complessivo dell’ente che ammonta a 770 mln € miliar­di, di cui 540 provenienti dal Go­verno, 190 dal mercato (pubblico e privato) e 30 da altre entrate.

Staminali: ecco la Commissione

Si   è insediata la settimana scorsa la commissione nazionale sulle Cellule staminali, istituita presso l’Istituto superiore di Sanità. La commissione dovrà coordinare la ricerca nel  campo delle cellule staminali, formulare pareri e proposte sulla rete nazionale di banche di cellule staminali e sull’uso clinico-terapeutico delle cellule raccolte.

Dovrà inoltre decidere la destinazione, ai diversi progetti di ricerca, del finanziamento di 7,75 milioni stanziato dalla Finanziaria 2001. Soldi ai quali si dovrebbero aggiungere altri 21 milioni, in due anni, se sarà approvato un emendamento ad hoc al testo della Finanziaria 2002.

La commissione, presieduta da Enrico Garaci, presidente dell’Iss, è così composta:

-        Alberto Albertini, direttore della cattedra di Chimica applicata alle scienze biomediche dell’ Università di Brescia;

-        Roberto Colombo, direttore dell’unità di ricerca in Biologia umana e genetica dell’Università Cattolica dì Roma;

-        Carlo M. Croce, direttore del Kimmel Cancer Center di Filadelfia (Usa);

-        Elisabetta Deja­na, direttore del laboratorio di biologia vascolare del Mario Ne­gri di Milano;

-        Michele De Luca, direttore del laboratorio di inge­gneria dei tessuti dell ‘Idi di Ro­ma;

-        Robin Foà, ordinario di Ematologia dell’Università La Sapienza di Roma;

-        Carlo Pafu­mi, ricercatore dell’Università di Catania;

-        Eugenio Parati, re­sponsabile unità per le malattie cerebrovascolari e terapie resto­rative e banca cellule staminali neurali umane dell’Istituto na­zionale neurologico “C. Besta” di Milano;

-        Cesare Peschle, diret­tore del laboratorio di ematolo­gia e oncologia dell’Iss;

-        Paolo Rebulla, direttore del centro tra­sfusionale di immunologia dei trapianti dell’Ospedale Maggio­re di Milano;

-        Luigi Rossi-Ber­nardi, ordinario presso il diparti­mento di scienze e tecnologie biomediche “Lita” dell’ Universi­tà di Milano;

-        Angelo Vescovi, co-direttore dello “Stem Cell Re­search Institute” dell’ Ospedale S. Raffaele di Milano.

Marzio Bartoloni


L’ente regge il confronto con gli altri

Paese

% Pil destinata a R&S

Unità di personale a disposizione

SPAGNA

0,90

8.891 (Csic)

ITALIA

1,04

7.377 (Cnr)

GRAN BRETAGNA

1,83

 

FRANCIA

2,18

25.032 (Cnrs)

GERMANIA

2,38

11.218 (Max Planck)

USA

2,65

 

Fonte: Dast – Dipartimento attività scientifiche e tecnologie


Le scienze della vita il settore con più fondi

Fonte: Dast – Dipartimento attività scientifiche e  tecnologiche

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